Ermelinda Da Giau, “Linda”,  staffetta della I Divisione Garibaldi, racconta la sua storia e la storia del fratello Giuseppe, portaordini nella stessa divisione catturato a Bricherasio il 19 marzo 1944.

Linda faceva la spola tra Torino e Biella per conto del comando delle formazioni garibaldine del Piemonte: portava documenti e soldi, soprattutto soldi.

Oltre alle drammatiche vicende della morte del fratello al Civile di Pinerolo, che porterà anche alla morte della mamma, dal racconto di Linda affiora il gioco dei sentimenti tra quelli che, come dice lei stessa, “erano tutti giovani”, resistenti o fascisti che fossero.

Al primo appuntamento per entrare nel Soccorso Rosso, l’organizzazione clandestina di sostegno ai partigiani,  le si presenta “questo signore in scarponi da montagna, veniva dall’isola di Ventotene, che mi dice: senti ragazza mia, nel nostro lavoro non bisogna né essere innamorati né innamorarsi. Dico non si preoccupi che lui mi dava del tu perché io ero più giovane di lui, non si preoccupi dico perché io c’ho il fidanzato.” Il signore in scarponi da montagna era Gaetano Aronica, appena rientrato dal confino a Ventotene, membro del Comando delle Brigate Garibaldi del Piemonte; manco a dirsi i due si innamoreranno e si sposeranno.

Nel corso dei suoi frequenti viaggi a Biella, con la scusa di andare a trovare una zia ma con una borsa piena di documenti e soldi per le formazioni garibaldine della zona, Linda è corteggiata da una guardia delle Brigate Nere conosciuta dei tempi che accompagnava la mamma a visitare la tomba di Giuseppe al cimitero di Pinerolo. La guardia un giorno si presenta con un alto graduato e un po’ per fare lo spaccone con Linda dice al suo camerata: “Ma lo sa che la nostra Linda è una partigiana?” Linda dissimula con abilità (“Se solo avessero aperto la borsa..!”, racconta); l’ufficiale fascista per parte sua la guarda con attenzione e dice: “No, con quegli occhi non può essere una partigiana…” Nel raccontare l’accaduto Linda sembra credere che l’ufficiale abbia voluto trovare nel suo sguardo la prova del suo doppio gioco, e quindi anche nel raccontare l’episodio non può impedirsi una espressione di soddisfazione per aver saputo dissimulare la realtà (“Tie’!!”, le esce esplicitamente anche a tanti anni di distanza). Ma forse l’ufficiale così dicendo aveva rifiutato di porsi la questione, davanti ai due occhi d’una ragazza, appunto.

“Erano tutti giovani…”