Nel giugno del 1944 si concretizza in val Pellice un’idea che da lunghi mesi è nell’aria, l’uscita di un giornale espressione del movimento resistenziale: Gustavo Malan, Federico Balmas e i fratelli Andrea e René Pons, saliti al Crò di Angrogna, redigono e danno alle stampe il primo numero del settimanale “Il Pioniere” facendo uso di un ciclostile requisito al pastore valdese di Villar Pellice che è stato nascosto in un anfratto nella pietraia della Cassa, e di una fornitura di carta quasi certamente uscita dalle Cartiere Burgo. Tiratura 800 copie, distribuzione clandestina a opera di numerose staffette che si incaricano di portarlo nelle valli limitrofe, a Torino e, più tardi, fin nell’astigiano.

Nonostante la durezza dello scontro armato il giornale uscirà fino alla Liberazione, e dopo una breve pausa proseguirà le pubblicazioni ancora per un anno proponendosi come giornale d’opinione espressione del movimento resistenziale.

La sua stessa pubblicazione nel periodo della clandestinità sa già di vittoria e di fine della guerra, è uno scampolo della libertà a venire, la dimostrazione della tenacia dei resistenti che tra mille rischi e pericoli, tra uno scontro armato e l’altro trovano il tempo e il modo di raccogliere informazioni, scriverle, stamparle e diffonderle.

Ma non è difficile cogliervi in filigrana le difficoltà del momento: nella numerazione e nella datazione talvolta sbagliata, nella frequenza di numeri doppi e tripli, oltre che evidentemente nella qualità di stampa, prima che la Tipografia Alpina con la sua linotype ne se ne facesse carico con grande coraggio, sprezzo del pericolo e sprezzo del nemico in quanto tale, che aveva sede e comando dall’altra parte della via.

Il periodo della pubblicazione clandestina si può considerare chiuso con un foglio volante dato alle stampe il 27 aprile del 1945 che titola: “Lo sfacelo”. Dopo, sarà la libertà, in particolare la libertà di stampa, e la storia del giornale assumerà una dimensione del tutto diversa e, se vogliamo, più banale.

“Il Pioniere” del periodo della clandestinità

“Il Pioniere” dopo la Liberazione

“Il Pioniere” del periodo della clandestinità

“Il Pioniere” dopo la Liberazione

Il crò di Angrogna dove fu stampato il primo numero

Nella pietraia della Cassa a due passi dal Crò non mancano gli anfratti

La sede della redazione a Barma d’l’Ours, dove “Spesso si faceva la fame”

La cascina di Mil Malan che ospitò la redazione a Cio’ d’Mai

La linotype della Tipografia Alpina che stampò Il Pioniere