di Lorenzo Tibaldo*

Questo potrebbe essere il titolo di un libello dei fautori della democrazia illiberale e autoritaria.

Il pensiero autoritario teme il dissenso, ritiene pericolosa la critica. Sa benissimo da dove proviene, dove si trovano i luoghi in cui germoglia: nelle istituzioni scolastiche. Sopprimendo la libertà della ricerca, dello studio, del confronto muore ogni pensiero libero. Già nel passato uno dei primi atti dei regimi fascisti è stato quello di tramutare le istituzioni scolastiche in fucine del consenso.

Oggi, un esempio plateale viene dagli Stati Uniti. Donald Trump, accusa le università americane di essere luogo di cultura antisemita, e intende metterle sotto il proprio controllo ideologico. Con un modo semplice: tagliare i fondi, ricattare le università che non si piegano al diktat del governo centrale. Oggi la libertà di pensiero e di insegnamento viene messa in pericolo. Gli studenti o insegnanti stranieri corrono il rischio di essere espulsi, usando un termine di attualità: deportati. La democrazia non muore in un solo giorno, ma a piccoli passi. Questo è il passo fondamentale per controllare il pensiero delle nuove generazioni.

L’Italia da tempo gli investimenti sull’istruzione (pubblica) sono costantemente ridotti. Inoltre, con il tempo la scuola, attraverso i futuri manuali scolastici, potrà essere coinvolta nel riscrivere la storia nei suoi aspetti generali e su argomenti specifici. Alcuni segnali sono già giunti di recente.

Non solo: si tende a svalutare proprio quelle materie (dalla storia alla filosofia) che hanno come compito fondamentale preparare ad essere e vivere da cittadini consapevoli e con le adeguate capacità critiche per affrontare la complessa società del presente e del futuro. La cultura scientifica deve trovare la sua forza nella cultura umanistica. La ricerca e le scoperte scientifiche posso essere utilizzate per la pace e il benessere dell’umanità o per la guerra e per gli interessi di pochi.

Inoltre, il diffondersi dello studio universitario online in specifiche università rinchiude lo studente nella solitudine, salta il confronto, la partecipazione alla vita della comunità universitaria, inducendo a un sempre maggior individualismo.

La difesa della cultura e delle sue istituzioni è fondamentale per la salvaguardia della democrazia.

* Lorenzo Tibaldo è Presidente del Comitato Val Pellice per la difesa dei valori della Resistenza e della Costituzione.