Del “Gruppo dei Ventuno”, una delle prime formazioni partigiane della Val Pellice che ebbe come epicentro la borgata dei Chabriols tra Torre Pellice e Villar Pellice, la sezione ANPI di Torre conserva tre fotografie chiaramente attribuibili.

Nelle prime due, scattate nella stessa occasione, sono fotografati una trentina di partigiani armati in posa di gruppo, l’una riporta sul retro la scritta a matita «Squadra ’21», l’altra «Maggio 45», sappiamo quindi con certezza che si tratta del Gruppo dei Ventuno fotografato nel maggio 1945, a Liberazione avvenuta ma prima del disarmo. Con ogni probabilità si è fatto fotografare tra le case dei Chabriols, così può far supporre il profilo della montagna sullo sfondo.

 

La terza è una fotografia molto utilizzata nella iconografia della Resistenza in valle, e ritrae 24 persone in un paesaggio agreste, più una 25^ di cui si intravvede solo un lembo di giacca e uno scorcio di viso: se ne hanno due copie, il retro di una riporta la scritta a penna stilografica «Foto Gruppo “21” Negativo proprietà famiglia Aldo Frache», il retro dell’altra la scritta a pennino e inchiostro nero «Squadra del “21” “Vittoria”». In questo caso i partigiani sono in abiti civili, quindi siamo nel dopoguerra, la loro apparente età, oltre che la scritta a inchiostro, può farci collocare la fotografia ai primi anni cinquanta, l’annotazione “Vittoria” non può che fare riferimento alla locanda Vittoria, il famoso posto di blocco partigiano sulla strada tra Torre e Villar Pellice, il loro posto di guardia potremmo dire. Chiaramente è una rievocazione, non molto tempo dopo i fatti: sui visi dei partigiani si può ben leggere l’orgoglio e la soddisfazione di una storia degna. Dieci anni dopo?

Questa terza foto è probabilmente all’origine di un manoscritto anonimo conservato tra le carte della sezione, che racconta brevemente la nascita e la composizione del gruppo; chi l’ha scritto aveva sotto gli occhi la fotografia, ha trascritto su un foglio di quaderno a righe i nomi delle persone fotografate e ha “buttato giù” qualche parola sulla storia e la composizione del gruppo. Lo scritto reca molte correzioni, non è firmato né datato ma possiamo attribuirlo a qualcuno dei “fondatori” del gruppo, in grado di sapere che le prime volte il gruppo si trovava a Cucurda (nella stalla di Poluccio Poët, P’luc).

 

 

 
Di seguito la trascrizione del manoscritto recante la didascalia della fotografia e la breve “storia” del gruppo. In calce, la fotografia post-Liberazione del gruppo dei Ventuno con indicazione dei nomi. Chi volesse, potrebbe provare a riconoscerli nella foto da partigiani in armi.
 
Primo manoscritto

Il gruppo ventuno è stato un gruppo speciale particolare per tutti i 22 mesi del partigianato tenendo conto del principio come è nato. I 21 uomini che si riunivano subito dopo l’otto settembre nella stalla di Cucurda per discutere il da fare, una bella sera si doveva organizzare il gruppo e dare un nome per distinguerlo da altri gruppi che si formavano in val Pellice. Quella sera uno domanda all’altro: mettiamo questo nome o quell’altro? ma il più bello è il numero del numero per i 21 uomini (Grup Vintün). A capo fu nominato Moretto (alias René).
Il gruppo è sempre stato il “Vintün” anche quando man mano le file aumentavano di numero.
Una particolarità del Ventuno è che tanto nei momenti difficili quanto […illeggibile] fraterno, da una barzelletta o da una parola uscita così a casaccio saltava fuori una risata, ma ben difficilmente si spegneva così, perché da quella parola saltava fuori o un nome di battaglia o un nascondiglio o una località, una casa di ritrovo di partigiani tutto per mascherare ai chiacchieroni e non poter individuare di quello che si svolgeva.
La serietà del 21 non è da dimenticare, tutti brava gente, non dimentichiamo il lungi capo Moretto che marciava con passi lunghi e cadenzati ma sempre con piede sicuro, e così era il suo modo di agire si metteva solo con la fronte fra [le] mani poi quando decideva tutti lo ascoltavano come fosse il suo padre per René il suo motto era brava gent fuma le cose da bin.
Aldo Castellano il bravo col sorriso sulla bocca, chiamato Braccio per due motivi, primo per essere il braccio destro di Moretto il capo il secondo per il suo polso di ferro imbattibile, il caro Braccio amato da tutti onesto e di cuore vestito di una tuta ferrea che non tremava davanti a nessun pericolo pur meditando con bravura le sue azioni.

Secondo manoscritto

La Formazione del gruppo 21 è stata fatta nella stalla di Cucurda, si è deciso di darle il nome 21 per la coincidenza dei 21 componenti, e cioè
René Poet
Gian Poet
Pulluccio Poet
Castellano Aldo (braccio)
Ayassot Aldo
Ayassot Stefano
Jourdan Attilio
Jourdan Alberto
Eynard Ado
Buissa Attilio
Rivoira Roberto
Maghit Gigi
Pollette Poet
Benedetto Attilio
Benedetto Silvio
Salomon Gilberto
Salomon Renato
Salomon Davide
Berton Stefano
Rostan Vittorio
Rostan Umberto
Morel Cesare
Qualche giorno dopo si sono aggiunti altri elementi
Castellano Aldo (Billo) Castellano Renato Castellano Osvaldo Salomon Bruno Malan Edoardo