Nato a Livorno il 20agosto 1921, caduto al Bric Rougnousa il 23 aprile 1944.

Dove si trova la lapide

Comune:

Angrogna

Località:

Sabbiona

Note: sul bordo della strada per la Vaccera, su un tornante. La lapide richiama quella posta sul Bric Rognosa, luogo dello scontro a fuoco e della morte di Menichetti

Comune:

Angrogna

Località:

Bric Rognosa

Note: sulla strada della Vaccera all'altezza della Fontana d'la Câsà prendere la sterrata carrozzabile che sale sulla dorsale tra valle Angrogna e Vallone di San Germano, alla congiunzione col sentiero che a sinistra porta alla Vaccera proseguire sempre sulla sterrata verso destra verso Pian delle Bule-Prarostino, dopo 10 min sul roccione di Bric Rognosa, a fianco della sterrata, segnalata da un ampio pannello

Cenni storici

Il 23 aprile del 1944 due plotoni di SS italiane arrivati in valle ai primi di marzo, partono dalla caserma degli Airali a Luserna San Giovanni e attaccano nei pressi del Bric Rognosala la squadra partigiana di Giovanni Nicola, una delle squadre della banda del Bagnau.

E' probabile che cerchino un disertore, Gian Paolo Menichetti, un sottufficiale che appena giunto dalla Polonia si è unito ai partigiani della banda del Bagnou. Questo almeno è quello che pensa Gian Paolo, che da un paio di mesi fa parte effettivamente della banda dopo essere riuscito a dissipare ogni dubbio nei propri confronti.

Nativo di Livorno ma residente a Milano, Menichetti si era arruolato nel 1939 nel “Savoia Cavalleria” e dopo alcune operazioni nei Balcani e sul fronte russo, l’8 settembre del 1943 era stato deportato dai tedeschi in Polonia. Qui aveva accettato il rimpatrio a condizione di tornare a combattere ma arrivato a Pinerolo e da lì a Luserna San Giovanni aveva scelto la causa partigiana.

Quel 23 aprile i partigiani sorpresi dai tedeschi rischiano di essere accerchiati e, rallentati dal trasporto di alcuni feriti, decidono di ripiegare in direzione del Bagnau: Gian Paolo Menichetti si offre di restare sul posto e coprire la loro ritirata; "Voi andate via, sono qui per me" testimoniano che abbia detto.

Resiste a lungo e impedisce l'avanzata dei nemici tanto quanto basta ai suoi compagni per mettersi in salvo; poi, rifiutate le offerte di resa e finite le munizioni, si suicida per non cadere vivo nelle mani dei suoi ex commilitoni.

Per il suo valoroso comportamento è stato insignito della medaglia di bronzo al valor militare, alla memoria, con la seguente motivazione: "Di retroguardia ad un reparto che ripiegava nel corso di un rastrellamento, attaccato da notevoli forze nemiche, non esitava ad attaccare il combattimento. Abbarbicato alla sua posizione, resisteva ad oltranza fino all'esaurimento delle munizioni, immolando quindi la sua vita nel campo. Rognosa d'Angrogna, 23 aprile 1944."