di Lorenzo Tibaldo*
In una fase storica nella quale, grazie ai social e adesso con l’intelligenza artificiale, la manipolazione dell’informazione diventa una pericolosa arma politica, bisogna sapere che quanto accade avviene per una precisa strategia di condizionamento dell’opinione pubblica.
Pur con mezzi tradizionali di comunicazione dell’epoca lo aveva già capito perfettamente Joseph Goebbels. Dopo la conquista del potere, i nazisti portano avanti un controllo dell’informazione che non lascia alcun spazio a opinioni diverse. L’artefice è proprio Goebbels, ministro della propaganda e aveva le idee ben chiare in proposito: “La situazione ideale sarà quella di una stampa così ben organizzata da essere un pianoforte su cui il governo potrà suonare per influenzare le masse”. E così è stato con i risultati che tutti sappiamo. La strategia era ben delineata: da una parte assecondare gli umori del popolo, dall’altra manipolarli verso le idee del nazismo.
Era stata creata un possente macchina totalizzante: la manipolazione della lingua, le veline e le direttive verso i giornalisti e, come premessa a questo, la distruzione di tutti i giornali di opposizione.
Una propaganda precisa: indicava come giustificare prima il trattato di pace con i sovietici e poi poco dopo l’aggressione all’Unione Sovietica, come presentare la sconfitta di Stalingrado, in quale modo creare l’antisemitismo. Nulla era lasciato al caso.
Non c’è da riferirsi a Goebbels per capire che le sorti della democrazia sono legate alla libertà di stampa e di informazione. In caso contrario la democrazia rischia di perire con esse.
Lorenzo Tibaldo
Giovanni Mari, L’orchestra di Goebbels. Ordini e veline alla stampa per manipolare le masse, Lindau, Torino 2025.
* Lorenzo Tibaldo è Presidente del Comitato Val Pellice per la difesa dei valori della Resistenza e della Costituzione.



