Gli altri episodi: 1 2 3 4 5

Non abbiamo alcuna ragione per supporre che la prigionia di Aldo Porta sia stata diversa da quella dei suoi compagni e da quello che ci è stato raccontato da due sopravvissuti, il partigiano Oscar, Giovanni Borca, sopravvissuto a ben due esecuzioni, e il partigiano Ming, Gino Sandri, sopravvissuto alla deportazione.

Alcuni giorni di brutali interrogatori nella caserma di Luserna San Giovanni, dove incrociano Emanuele Artom e Jacopo Lombardini, i due “politici” di Giustizia e Libertà catturati in alta Val Pellice, e poi il trasferimento alle Nuove a Torino, in attesa di un destino da stabilirsi a seconda degli eventi: merce di scambio o carne da macello per questa o quella ritorsione. Ad Aldo toccherà quest’ultimo.

Così recita la scheda storica dell’Atlante delle stragi nazifasciste:

In seguito all’uccisione di alcuni fascisti sulla strada di San Giusto Canavese, il Comando tedesco ordina una rappresaglia. Il 7 aprile 1944 dalle Carceri delle Nuove di Torino vengono prelevati diciotto partigiani. Durante il tragitto due riescono a fuggire, mentre gli altri sedici vengono schierati sulla piazza per parecchie ore, poi nel pomeriggio sono fucilati da italiani dell’XI Battaglione Milizia Armata. La popolazione è costretta ad assistere. Un giovane, Oscar [Giovanni] Borca, già scampato all’eccidio di Pian del Lot, resta incolume sotto i corpi dei compagni ammazzati. Racconterà che il plotone d’esecuzione era composto da fascisti ubriachi. Il bilancio finale è di 15 fucilati.

Fin qui la storia nella storia. Il fumetto però prosegue verso il suo epilogo legato al nontiscordardime, quel piccolo fiore che Aldo diede a Rosa, ricordate? Anzi, in realtà possiamo parlare di un duplice epilogo.

Il primo epilogo sta nelle ultime pagine del fumetto, e non ne diremo.

Il secondo va oltre:

“Non ti scordar di me” non è solo un fumetto che tratta di Resistenza ma un vero e proprio progetto che ha avuto inizio proprio con la pubblicazione del fumetto sulla storia di Aldo, che ho fatto mia e che porterò avanti, organizzando presentazioni nelle scuole e in occasione di commemorazioni e ricorrenze. Il mio obiettivo è che si traduca nell’opportunità di parlare ai ragazzi della mia età e quelli più giovani ancora, delle centinaia di ragazzi loro coetanei le cui vite sono state spezzate dal Fascismo durante la Seconda guerra mondiale.

Parola di Corrado Bianchetti.

Per gentile concessione dell’autore.

Corrado Bianchetti, Non ti scordar di me: una storia vera, Editrice tipografica Baima-Ronchetti, 2015 – 70 pagine.

Disponibile nella Biblioteca delle Resistenze e Museo della Stampa Clandestina, sezione staccata della Biblioteca “Carlo Levi” di Torre Pellice specializzata sui temi della Resistenza italiana e delle resistenze contemporanee, Via Arnaud 30.