Ottant’anni fa, di questi giorni, Giulio Giordano compiva vent’anni ed aveva appena sfilato alla Liberazione di Torino con le formazioni della V Divisione Giustizia e Libertà. Lo immaginiamo fiero non solo del lavoro compiuto ma anche del suo grado di commissario della Brigata Vigone intitolata a Dino Buffa, la brigata della V che dalle montagne della Val Pellice era scesa a combattere in pianura per conquistare Torino.

Stupisce un commissario così giovane, il ruolo richiedeva esperienza, una certa saldezza di principi e un certo carisma. A titolo di paragone: Gustavo Comollo, il commissario Pietro delle vicine formazioni garibaldine, di anni ne aveva più di quaranta. Ma Giulio, per tutti Giulietto, s’era fatto le ossa non solo nei mesi di Resistenza ma anche prima, quando nel retrobottega del Caffè d’Italia a Torre Pellice insieme a un pugno di altri antifascisti preparava le condizioni di quella resistenza armata.

A diciott’anni andava a scuola da Torre Pellice a Pinerolo portando bombe nella cartella per consegnarle alla rete clandestina: “Le dovevo portare a Remo Ribet che lavorava alla Poccardi, quella che poi sarebbe diventata la Beloit” ci ha raccontato. “Un giorno Remo mise il pacco su una stagera, arrivò il suo capo, prese il pacco e urlando ho detto mille volte che non voglio vedere robe personali su questa stagera, lo scaraventò per terra. Per fortuna erano delle ‘signorine’ che come bombe non valevano niente.” E ride divertito.

Non c’è dubbio: quando racconta, oggi che compie cento anni, Giulietto ritrova la vitalità che lo portò giovanissimo ad entrare in resistenza, ritrova il senso della sua vita, il filo che lo ha condotto per questa lunga sequenza di anni e che lo ha fatto instancabile testimone e trasmettitore di memoria.

E quel pizzico di birbanteria che non fatichiamo ad attribuirgli a vent’anni.

Nelle fotografie sotto lo vediamo in Piazza Vittorio a Torino il giorno della sfilata della Liberazione, il 6 maggio 1945. Giulio è il partigiano col basco sulle ventitré: è in compagnia di Archimede Modonese, Medino, commissario di un’altra brigata della V G.L., la Val Germanasca “Willy Jervis”. Entrambi, quel giorno, non hanno ancora compiuto vent’anni…