Elezioni Europee, appello al voto dell’ANPI
L’EUROPA CHE VOGLIAMO Appello al voto per le elezioni dell’8 e 9 giugno A.N.P.I. ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA ETS COMITATO NAZIONALE Viviamo un tempo tumultuoso e drammatico, in cui Paesi e popoli reclamano l’urgenza di un nuovo ordine mondiale più equo e multipolare. In questa fase di transizione un vento forte spinto da nazionalismi,
Bobbio Pellice 25 Aprile 2024 Saluto di Patrizia Barotto dell’Anpi di Torre Pellice
Buongiorno a tutte e tutti oggi sono qui per portarvi i saluti dell’ANPI di Torre Pellice. Innanzi tutto un saluto ai bambini e alle bambine qui presenti, ci fa piacere vedervi qui, la vostra presenza e i vostri canti ci ricordano che il 25 Aprile non è solo un silenzioso corteo ma dovrebbe essere
Rorà 25 Aprile 2024 Saluto di Daniele Vinti dell’Anpi di Torre Pellice
Buongiorno a tutti. Dopo il magnifico intervento di Elmis che ci ha permesso di ripercorrere la storia della Resistenza in queste zone, vorrei cambiare un poco il tenore e fare con voi una piccola riflessione a partire da una domanda: che cos’è il 25 Aprile? Il 25 Aprile è condivisione. È quella condivisione che
Esposizione del banner “Mai più guerre” dell’ANMIG: l’ANPI Torre Pellice esprime il suo disaccordo.
“Il banner mette sullo stesso piano tutti i combattenti della II Guerra Mondiale”, ma “alcuni hanno combattuto per liberare l’Italia e l’Europa dal nazifascismo e altri per mantenere la dittatura.”
Il discorso del 25 Aprile della vice-presidente della sezione di Torre Pellice, Monica Barotto
Che questo 25 aprile sia una festa, una festa per tutti, per chi oggi è sceso in piazza, per chi non ha potuto farlo, per chi non può più, per chi la fine della guerra l’ha solo potuta sognare, per chi l’ha vissuta, per chi, come me l’ha sentita raccontare da un nonno o
Il discorso del 25 Aprile del presidente della sezione di Luserna San Giovanni, Elmis Oddone
Il Pinerolese visse in modo particolarmente drammatico l’8 settembre 1943. Tra i soldati si verifico uno sbandamento, La grande presenza di militari nella zona, molti dei quali provenienti dalle regioni centrali e meridionali d’Italia, spiega la rapida diffusione del movimento resistenziale nelle valli, dove trovarono rifugio i giovani per non dover essere reclutati dai