di Lorenzo Tibaldo*

George Orwell scriveva che chi controlla il passato controlla il futuro e chi controlla il presente controlla il passato.

La posta in gioco in questa fare della storia politica italiana nella quale le Destre si sono impossessate dei media e dei principali luoghi di produzione della cultura, non è tanto di riscrivere la storia in funzione del presente, anche se questo è anche uno degli obiettivi. Oggi, nella società esiste ancora una storia e una memoria in grado, seppur con grandi difficoltà, di contrastare questa nuova narrazione che quotidianamente viene propinata dalla televisione e dai vertici istituzionali della Destra al governo.

L’obiettivo è di medio e lungo periodo. Quando lentamente si dissolveranno gli anticorpi contro la manipolazione della storia, quando le ultime barriere della democrazia cominceranno a vacillare, la narrazione della Destra penetrerà in ogni aspetto della vita politica, culturale e civile dell’Italia. Si inizia dai settori di nicchia, incominciando (come è già stato fatto) a dedicare francobolli ad esponenti del passato regime fascista, poi si continuerà con la toponomastica intitolando strade e piazze a gerarchi fascisti. I rotocalchi popolari offriranno un giudizio indulgente sul ventennio, saranno tagliati progressivamente i finanziamenti agli Istituti storici della Resistenza e a tutti gli enti culturali indipendenti ( o sostituiti con persone ideologicamente allineate). Il controllo giungerà anche sui libri e nei programmi scolastici (abbiamo già oggi esempi in tal senso) e per poi giungere anche sui libri scolastici. Il tutto sarà affiancato dai dibattiti sui Talk Show.

Attenzione: non verrà mai tolta una strada intitolata ad Antonio Gramsci o a Giacomo Matteotti. Il passo fondamentale è iniziare ad equiparare, a mettere sullo stesso piano fascisti e partigiani. Mai esaltare il fascismo, ma svuotarlo del suo significato, edulcorare la sua pericolosità per ridurlo a semplice e bonario autoritarismo servito e imposto dalle necessità storiche di salvare l’Italia dal bolscevismo. Un peccato di gioventù nella storia italiana che si era lasciato traviare dal cattivo nazista. Il tutto raccolto in un generico antitotalitarismo.

Il passo fondamentale è creare una cultura, già estesa in Italia, afascista sminuendo le istituzioni e i valori della Costituzione, creando le condizioni, sfruttando la crisi di valori che investe il mondo occidentale, per una svolta autoritaria, di un “fascismo liberale”.

Se la permanenza della Destra al potere sarà (troppo) lunga, fra due generazioni della storia della Repubblica italiana e della sua Costituzione, nata dalla Resistenza, non resterà che una pallida ombra.

La storia ha perso e sta perdendo con la Destra il suo alfabeto di base: strumento di ricerca su basi scientifiche e, nelle sue diverse interpretazioni storiografiche di confronto sul passato, procedimento per la formazione del cittadino intellettualmente libero e consapevole dei suoi diritti-doveri nella salvaguardia della libertà e della democrazia del suo Paese.


* Lorenzo Tibaldo è Presidente del Comitato Val Pellice per la difesa dei valori della Resistenza e della Costituzione.