
Durante il periodo fascista (1920-1943) e della Resistenza al nazi-fascismo (1943-1945), i vari movimenti di opposizione, a partire dai partiti antifascisti, hanno utilizzato con molta audacia e varietà di espressioni lo strumento della stampa clandestina. Il desiderio di libera espressione e la necessità di comunicare sono stati più forti delle severe pene previste dal regime, teso ad uniformare tutta l’informazione politica e di costume.
La mostra, realizzata dalla Sezione A.N.P.I. di Torre Pellice, prende il titolo dal verso di una poesia pubblicata su Il Pioniere l’11 agosto 1944 e vuol far conoscere, senza pretesa di esaustività, il fenomeno della stampa clandestina, concentrandosi in particolare sul periodo dell’occupazione nazifascista nelle Valli Valdesi ed in particolare in Val Pellice, dove ebbe un ruolo di rilievo.
A Torre Pellice il ruolo della Tipografia L’Alpina è stato fondamentale per la produzione di volantini, buoni di prelevamento, documenti falsi, ma soprattutto stampati di informazione e formazione politica, che hanno avuto ampia diffusione anche a livello regionale e nazionale, soprattutto Il Pioniere.
Nella parte finale la mostra si sofferma su uno dei temi maggiormente affrontati in quelle pubblicazioni: come uscire dai conflitti al termine della guerra. La linea tracciata va verso il federalismo tra i singoli stati europei (e non solo) come soluzione per superare le ostilità tra i vari nazionalismi: una pagina aperta sul presente che ha radici nella lotta di liberazione partigiana e che ci interroga in modo urgente anche oggi.
La mostra, composta da una decina di pannelli realizzati su stoffa, è arricchita con l’esposizione di fotografie e documenti del fondo ANPI di Torre Pellice, di materiale del locale Museo Civico della Stampa Clandestina, di oggetti d’epoca gentilmente prestati da altre associazioni, istituzioni, musei e privati e di immagini provenienti da fondi e collezioni private
Una serie di QR Code permette di accedere ad approfondimenti, nella speranza di invogliare i visitatori a proseguire la propria ricerca individuale.
In mostra anche la presentazione del docu-film “Stampa clandestina” realizzato dalla regista Anna Giampiccoli con il “Gruppo Cinema e Teatro” del Liceo Valdese di Torre Pellice.
Un sentito ringraziamento va alla Chiesa Valdese per la il contributo 8 per mille, al Comune di Torre Pellice e alla Fondazione Amendola di Torino per la collaborazione, e a tutte le Associazioni, le Istituzioni pubbliche, private e persone singole che hanno in qualche modo contribuito con generosità a rendere possibile questa mostra.
Una particolare menzione va alla Civica Biblioteca delle Resistenze di Torre Pellice, per aver messo a disposizione il suo prezioso e ricco patrimonio, all’Archivio della Tavola Valdese di Torre Pellice per il podcast realizzato su alcuni dei principali attori della Resistenza nelle Valli Valdesi, memoria viva di un passato storico.
Questo progetto è stato realizzato con i fondi 8 per mille della Chiesa Valdese.
Approfondimenti
La rotativa che stampò i giornali clandestini, ovvero la memoria e l’oblio
Il Pioniere n. 7 dell’11 agosto 1944
Le fotografie
(Archivio Ettore Serafino)
Ettore Serafino, comandante della Brigata “Monte Albergian” della I Divisione autonoma “Val Chisone”, insieme al suo portaordini Umberto Murglia probabilmente nella locanda di Viola Lageard ad Inverso Pinasca. Autunno 1944.
Guido Baret, furiere della formazione della I Divisione autonoma “Val Chisone” comandata da Gianni Gay, fotografato da Ettore Serafino sopra Inverso Pinasca nell’autunno del 1944.
Cita Brignone, Ada Boiral, Viola Lageard e Livia Savorgnan, staffette della I Divisione autonoma “Val Chisone”, fotografate da Ettore Serafino nell’autunno del 1944.
Riccardo Albinolo e Giosuè Moretti della I Divisione autonoma “Val Chisone” fotografati da Ettore Serafino nell’autunno del 1944.