Cenni storici

Qui avvenne uno dei fatti più incresciosi della lotta partigiana in valle che costò la vita a Enrico Malan e Antonio Dassano: uno scontro interno alla banda della Sea maturato in uno scenario di rivalità tra capi, di orientamenti politici diversi e di dissapori interni alla banda che non ha mancato e non manca di tanto in tanto di alimentare polemiche .
“Il fatto della Vittoria”, così lo chiamano con pudore; Vittoria come il nome dell’osteria che si trovava proprio qui: i proprietari l’avevano aperta nel 1918 ed avevano voluto dedicarla alla fine della Grande Guerra, una piola frequentata dai partigiani di Bobbio, di Villar e della Sea, ma anche un posto di blocco partigiano sulla strada per Villar appena fuori Torre Pellice.
L’origine del fatto, secondo i testimoni diretti, fu un furto di armi alla Tarva, il rifugio della banda, da parte di un piccolo nucleo guidato da Giulio Guerrini, “Gigi”, partigiano di orientamento anarco-comunista. Fermatosi alla trattoria della Vittoria, posto di blocco partigiano a fondovalle all’uscita di Torre Pellice, il gruppo fu raggiunto da altri componenti della banda guidati dal comandante Mario Rivoir, decisi a riappropriarsi delle armi. Pare che ad una prima raffica in aria sparata da Dassano a scopo di intimidazione, Guerrini abbia risposto mirando al corpo, e che Dassano, gravemente ferito, nel cadere abbia sparato e colpito a morte Malan, anche lui del gruppo degli inseguitori.
L’episodio mobilitò la direzione G.L., che riuscì ad evitare ulteriori strascichi: Rivoir si dimise e si spostò a Torino, Guerrini qualche mese dopo si spostò anche lui a Torino, dove fu catturato una prima volta dai tedeschi e poi rilascito per uno scambio, e qualche mese dopo ancora catturato e deportato a Mauthausen, dove trovò la morte. Dassano morì in ospedale, i carabinieri attribuirono la morte dei due partigiani a uno scontro a fuoco coi fascisti.